loghi giusti Chianti

Per riuscire a pensare al futuro insieme e parlare di Chianti come unico territorio il primo scoglio da superare riguardava la possibilità di trovare un accordo fra i sindaci del Chianti sulla definizione del territorio. Sul punto in questione, infatti, era naufragata la possibilità di un accordo fra i sindaci all’inizio degli anni 2000. Senza dubbio la delimitazione dei confini del territorio del Chianti è una materia ostica per ogni storico e riverbera ancora oggi nelle polemiche campanilistiche degli abitanti dei diversi Comuni. Da tale condizione consegue una dannosa riduzione della capacità di promuovere tutte quelle azioni comuni che tradurrebbero le potenzialità di questo territorio in opportunità concrete di sviluppo diffuso.

Consapevoli del fatto che compito principale di un’Amministrazione è quello di creare e favorire le condizioni per uno sviluppo armonico, nel quale le tensioni centrifughe siano depotenziate dagli effetti di progetti unitari condivisi, i Comuni chiantigiani si sono comunque messi in moto per arrivare a definire i primi accordi di programma. Quest’obiettivo, per di più, è stato raggiunto tenendo in considerazione i risultati più proficui raggiunti in passato, basandosi su di essi per la definizione di cosa debba intendersi, oggi, per territorio del Chianti. E’ opinione abbastanza condivisa, infatti, che a partire dalla metà del XIX secolo “il Chianti”, come regione, si immedesima nel vino, nel turismo, nell’economia e nell’immagine mediante un processo il cui punto di arrivo può essere considerato la definizione legale dell’area di produzione del vino Chianti classico, del 1932.

Considerato e premesso quanto sopra, in questi 5 anni di mandato le Amministrazioni Comunali del Chianti, hanno ritenuto utile ribadire, in maniera univoca, che cosa debba intendersi per territorio del Chianti al fine di non creare fraintendimenti nella definizione dei progetti futuri che interessino il territorio chiantigiano e per porre in essere ogni azione possibile di tutela del toponimo “Chianti”. La fattiva collaborazione fra i sindaci dei comuni del Chianti ha aiutato a superare definitivamente le ambiguità dovute alle vecchie divisioni fondate su una lettura della storia di questo territorio come elemento dividente e di delegittimazione di alcune porzioni rispetto ad altre, a favore invece di una visione inclusiva e di radici comuni su cui fondare una solida base per progettare il futuro ed ogni concreta strategia di sviluppo, soprattutto le amministrazioni hanno chiarito il concetto di confini amministrativi e confini di produzione. Con queste premesse siamo arrivati alla definizione, in data 6 settembre 2016, dell’ambito territoriale da porre a base della costituzione del Distretto Rurale del Chianti, utile per il progetto di candidatura del Chianti a Patrimonio dell’Umanità (UNESCO), e per la ratifica della definizione del Biodistretto del Chianti ed a sottoscrivere in data 24 settembre 2016 in occasione dei festeggiamenti dei 300 anni del Chianti Classico l’accordo fra 7 degli 8 comuni del Chianti.

 

Per un’urbanistica di area vasta

Dopo la costituzione del Distretto Rurale e dell’Ambito Turistico omogeneo l’urbanistica sarà il terreno su cui costruire un quadro di regole condivise per impostare le condizioni di uno sviluppo del nostro territorio reale e duraturo. Gli strumenti di pianificazione urbanistica per la prima volta offrono l’opportunità di pensare ad una pianificazione di area vasta che consenta una visione strategica dell’intero ambito territoriale del Chianti che, superando i confini amministrativi dei Comuni e guardando oltre alle stesse divisioni provinciali, permetta di dare un orizzonte più ampio alle politiche di sviluppo e di tutela delle risorse ambientali, per una crescita sostenibile della nostra economia.

In tal senso, in questi anni, abbiamo condotto progetti che hanno visto la partecipazione dei principali attori sociali ed economici operanti sul territorio, il cui scopo era l’esplicitazione e l’analisi dei bisogni e delle aspettative in termini di strumentazioni volte a favorire la semplificazione e l’uniformazione delle regole vigenti nei vari Comuni del Chianti. Il territorio è un organismo complesso nel quale ogni settore economico, sociale e culturale rappresenta un diverso punto di vista a partire dal quale pianificare le attività di chi ci vive e ci lavora. Un approccio sistemico al governo del territorio di questo genere può essere sviluppato solo con una pianificazione urbanistica unitaria ed estesa all’intero ambito territoriale del Chianti.

Volontà e impegno comuni sono mirati a scrivere insieme quelle regole affinché agricoltura, turismo, industria, artigianato possano progredire all’unisono in ogni angolo dell’ambito territoriale chiantigiano. Si tratta di un percorso, al contempo, obbligato e mai seguito prima. Una sfida che i nuovi istituti del Distretto Rurale e dell’Ambito Turistico ci pongono di fronte in maniera ineludibile ed improcrastinabile. Si tratta anche di una modalità operativa che esalta il ruolo della Conferenza Permanente dei Sindaci del Chianti quale luogo di discussione e di confronto dove sono messe a punto tutte le comuni linee programmatiche di politica territoriale. Come si è detto un lavoro mai tentato prima ma che noi, insieme, siamo pronti a svolgere con forza, capacità e determinazione. L’obiettivo di una pianificazione unitaria del Chianti è un traguardo ambizioso, ma alla nostra portata così come lo sono stati la costituzione del Distretto Rurale e dell’Ambito Turistico, risultati che sembravano impossibili anche solo da immaginare 5 anni fa. Obiettivi raggiunti solo per merito di una visione a lungo termine condivisa del territorio e del suo sviluppo, grazie alla volontà di un gruppo di amministratori forti e coesi, che hanno abbandonato ogni misera questione di campanile a favore dell’opportunità di un miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini che vivono e lavorano su questo territorio.

Una pianificazione coordinata che coinvolgerà sei Comuni, e permetterà di superare, per la prima volta, quella dicotomia tanto dannosa per il Chianti della presenza incombente di due province, che dovrà tenere conto del diverso stato dell’arte all’interno dei singoli Comuni e che non scaturisca dalla somma di sei pianificazioni, bensì dall’esito di analisi complesse di quell’organismo altrettanto complesso che è un territorio fragile e delicato come il Chianti. Uno strumento che nel pianificare ogni singolo settore traguardi anche tutti gli altri evitando ogni reciproca conflittualità, potenziandone invece tutte le opportunità. Una modalità operativa che possa attivare un circolo virtuoso di modifica ed omogeneizzazione di tutti gli strumenti regolamentari vigenti attualmente nei singoli Comuni, a partire da quelli edilizi, con importanti effetti sullo snellimento delle procedure. Una pianificazione, infine, che costituisca il sostrato su cui far lievitare la candidatura ed il riconoscimento a patrimonio culturale UNESCO del Chianti.

 

La candidatura a patrimonio dell’Umanità 

UNESCO. Un riconoscimento che sa di futuro. Abbiamo lavorato molto per garantire nel territorio chiantigiano sostenibilità, pregio paesaggistico e ambientale, opportunità di lavoro e di socialità, qualità della vita di ciascuno e per tutto. Candidare il territorio del Chianti Classico a essere patrimonio culturale dell’umanità rappresenta il coronamento di un lungo percorso di comunità, rispettoso della nostra storia, consapevole delle potenzialità del domani. Non è un bollino per i turisti, ma un traguardo raggiunto con secoli di impegno, di fatica e di culto della bellezza che si fa patrimonio popolare.

Il percorso sarà lungo, dovremo saper superare vari passaggi, produrre documentazioni convincenti, saper coinvolgere tanti attori economici, sociali, istituzionali. Insieme ci proveremo, per garantire un nuovo cammino alla nostra terra preziosa nella sua fragilità, capace di meravigliare per la sua sobria armonia.

 

Distretto Rurale

I confini territoriali del Distretto Rurale del Chianti corrispondono alla zona così come delimitata dal decreto ministeriale citato al punto precedente. In considerazione del suo assetto unitario, le politiche di sviluppo del Distretto Rurale, comprensive dei servizi e degli interventi a carattere amministrativo, tecnico e finanziario di supporto alle imprese, si applicano ai territori dei comuni di Radda in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Barberino Tavarnelle, San Casciano Val di Pesa e Castelnuovo Berardenga. Il Distretto Rurale ricomprende perciò nella sua sfera di azione istituzionale gli interi territori dei Comuni del Chianti. L’intero progetto distrettuale si basa sulla convinzione che l’affermazione di un progresso sostenibile dell’economia del territorio chiantigiano necessiti della definizione, in una logica sistemica, di un percorso unitario valido per ogni settore economico e capace di convogliare finanziamenti altrimenti non raggiungibili. Abbiamo così ottenuto il riconoscimento del Distretto Rurale del Chianti dalla Regione Toscana. Lo studio preliminare svolto per il riconoscimento ha permesso di approfondire l’analisi dei bisogni del territorio e dei suoi attori, di delineare in forma generale gli obiettivi prioritari e le principali linee di azione. Tali elementi hanno costituito la base sulla quale viene identificata l’ossatura del Progetto Economico Territoriale (PET) richiesto nell’istanza, che la Regione Toscana ha valutato positivamente per poter decretare il riconoscimento del Distretto.

Sono stati costituiti gli organi con l’Assemblea di distretto alla quale hanno aderito tutte le categorie socio economiche presenti sul nostro territorio. Si è costituita l’associazione di Distretto fra Consorzio Chianti Classico e Comuni che costituisce il rappresentante legale e soggetto gestore del progetto di Distretto. Nel 2019 è iniziata la fase della “predisposizione ed attuazione” del PET. Dopo il progetto per macro-linee di azione, per ottenere il riconoscimento da parte della Regione Toscana adesso dovrà essere articolato per progetti specifici, accompagnati da una previsione finanziaria di costi e fonti di finanziamento pubbliche e private e con un programma temporale.

Questo è ciò che ci aspetta in futuro. L’Associazione dovrà ora predisporre: un PET in forma di pianificazione di progetti concreti, capaci di conseguire gli obiettivi già individuati, da attuarsi secondo una tempistica ragionata e credibile e programmi annuali. Non si deve infatti dimenticare che l’Associazione ha l’obbligo di comunicare annualmente alla Regione Toscana i risultati raggiunti e che al buon esito della sua operatività è legato il mantenimento del riconoscimento regionale al Distretto.

In tale fase, l’Associazione avrà ancora bisogno di fondare la propria azione su studi applicati sul territorio distrettuale che perseguano un duplice scopo:
a) Studi applicati sul territorio su cui basare lo sviluppo e l’attuazione delle progettualità di distretto.

In questa fase diventa fondamentale passare dallo studio strategico svolto in precedenza, allo studio applicato sul territorio volto a verificare la coerenza degli elementi utili alla definizione di progetti specifici, che possano poi concretamente attuarsi grazie all’individuazione di appropriate forme di finanziamento pubblico e privato.
Da poco è stata costituita l’associazione e si stanno delineando le prime proposte progettuali che hanno rilevanza sia per la parte pubblica che per le attività economiche del territorio come ad esempio:

  •   Una cartellonistica univoca per tutta l’area Chianti;
  •   Progettualità per le strade bianche;
  •   Affrontare in modo organico e di area il problema degli ungulati sia sotto il profilo dei danni alle colture che sotto il profilo della sicurezza;
  •   Affrontare il tema della sicurezza per le nostre comunità e per le strutture turistico/ricettive prevedendo progettualità unitaria sulla videosorveglianza ed altri progetti.

 

Biodistretto

Il 27 settembre 2016 nasce con atto ufficiale il Bio-distretto del Chianti, che include la zona di produzione del vino DOCG Chianti classico. Le amministrazioni che hanno sottoscritto l’accordo sono Barberino Tavarnelle, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e San Casciano. Il Biodistretto è un’iniziativa che nasce dal basso, in un territorio naturalmente vocato alla produzione agricola, e riunisce produttori biologici e altri soggetti sensibili all’approccio agroecologico che hanno siglato un patto con le amministrazioni comunali per promuovere la cultura del biologico. Su questo principio, il Comitato promotore per il BioDistretto del Chianti, formato da produttori

biologici e sindaci dei Comuni del Chianti, hanno lavorato per costituire il BioDistretto.
L’impegno che ci siamo presi è quello di sostenere il BioDistretto e di adottare misure che vanno incontro ai temi della sostenibilità, come:

  •   Introdurre cibo biologico nelle mense pubbliche;
  •   Non utilizzare diserbanti nelle aree e nelle strade pubbliche;
  •   Implementare la raccolta differenziata dei rifiuti;

 

  •   Favorire l’utilizzo di materiali e stoviglie biodegradabili negli eventipubblici.

Su queste basi, gli obiettivi principali del Biodistretto sono quelli di promuovere e incentivare forme di produzione e consumo di alimenti da agricoltura biologica e di salvaguardare la salute e l’ambiente. Molte di queste attività sono già ampiamente presenti nel nostro territorio, a partire da mense biologiche, dal divieto di utilizzo di diserbanti in strade pubbliche e, soprattutto, dalla quantità di aziende agricole biologiche sul territorio chiantigiano.

  • La superficie italiana coltivata con metodo biologico è pari a circa il 12%. In Toscana il dato è parti al 15% e nel Chianti siamo già al 37 % sul complessivo territorio agricolo e al 51 % se prendiamo in considerazione solo le aree vitivinicole. Questi dati sono la dimostrazione che il bio oggi è una realtà sempre più consolidata. Il metodo biologico è lo strumento per raggiungere obiettivi di qualità e tipicità territoriale nella produzione, salvaguardando l’ambiente e, quindi, il territorio e la salute dei cittadini.
    I segnali sicuramente positivi riscontarti in questi anni non ci faranno abbassare la guardia su temi che riteniamo fondamentali per la salvaguardia e la tutela del nostro bellissimo territorio.

Nei prossimi anni vogliamo essere soggetto trainante per tutto il mondo ambientalista e attivare nuove forme di coinvolgimento della cittadinanza, delle scuole e delle piccole e grandi aziende agricole sui temi che riguardano la tutela del nostro territorio.

 

Un settore trainante: il turismo

Per il settore turistico quelli appena trascorsi sono stati gli anni che hanno visto un significativo cambiamento nel panorama normativo di riferimento e che ha richiesto una notevole capacità di adattamento e di guardare al domani con nuovi occhi. In questo cambiamento il Chianti, inteso come Conferenza Permanente dei Sindaci, è stato ancora una volta protagonista. Anticipando quella che sarebbe diventata poi la riforma voluta dalla Regione Toscana del settore, con il nuovo Testo Unico per il turismo e la divisione in ambiti territoriali omogenei, avevamo richiesto a gran voce, in ogni consesso, la possibilità di lavorare insieme superando i limiti imposti dall’appartenenza a provincie distinte, forti dell’esperienza che ci stavamo facendo nella costruzione del Distretto Rurale.

Ci siamo abituati a lavorare insieme, per il bene delle nostre comunità, facendo diventare le nostre diversità arricchimento reciproco ed opportunità di crescita per il nostro territorio. Avevamo ragione. La Regione è andata proprio nella direzione da noi auspicata e questo ha permesso di costituirci in Ambito Turistico Omogeneo del Chianti, con la sottoscrizione della convenzione con la Regione Toscana il 12 dicembre 2018. Ci troviamo adesso nella condizione di guardare al settore turistico come ad uno dei pilastri della nostra economia avendo, per la prima volta, in mano anche gli strumenti tecnici adeguati per farlo. E’ una condizione inedita che fornisce l’opportunità di poter consolidare il territorio intorno ad un’offerta strutturata che coinvolga direttamente gli operatori privati e le amministrazioni pubbliche in un sistema distrettuale in grado di sviluppare servizi di alto livello qualitativo, mirati a favorire una maggiore permanenza sul territorio dei turisti e traguardi politiche di medio periodo per la creazione di circuiti virtuosi di sviluppo di offerte alternative per differenti target di visitatori.

La costituzione dell’Ambito Turistico si è portata in dote, in quest’ultimo scorcio di legislatura, un finanziamento di 85.000 euro per un primo progetto di costruzione dell’immagine coordinata e del materiale informativo unitario, un progetto che ha già visto l’assegnazione degli incarichi per la sua realizzazione. La costituzione in ambito ci consentirà di essere presenti come area omogenea alle principali manifestazioni nazionali ed internazionali del mercato turistico, grazie alla copertura dell’agenzia regionale Toscana Promozione Turistica, e questo ci permetterà di intercettare la domanda là dove si forma, allargando i nostri orizzonti di riferimento circa le provenienze degli arrivi.

Questo nuovo scenario rappresenta una novità e misurerà la capacità del territorio di sviluppare una modalità di lavoro che oltrepassi i consueti steccati ed i pregiudizi reciproci, tra pubblico e privato, che troppo spesso hanno frenato un’azione comune volta al progresso del Chianti. E’ necessario trovare un terreno comune di confronto e di proposta perché il settore turistico possa diventare un motore primario di sviluppo nei fatti e non solo nelle parole. L’Ambito Turistico Omogeneo sarà lo strumento principe per far crescere una molteplice offerta turistica adeguata ad un mondo globalizzato, che colga le esigenze e le idee che giungono dal territorio e le faccia lievitare trasformandole in progetti concreti in grado di intercettare finanziamenti che altrimenti non sarebbero raggiungibili dai singoli soggetti. Noi siamo pronti a raccogliere anche questa sfida, con la serietà che richiede un settore economico così importante per il Chianti.

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